Categoria: Attualità

  • Codice di autoregolamentazione TV e minori (29.11.02)

    Le emittenti nazionali e locali hanno firmato al Ministero delle Comunicazioni il nuovo codice su tv e minori che renderà più efficaci le sanzioni nei confronti di chi non rispetta le norme etiche a tutela dei più deboli.

    Il testo completo è disponibile sul sito http://www.odg.mi.it/minoricodice.htm

     


  • I bambini hanno diritto alla vita ed al gioco, non alla guerra e alle bombe (12.2.03)

    Mentre incombe, sullo scenario internazionale, lo spettro minaccioso di una nuova terribile guerra, l’Associazione Italiana Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia avverte il dovere di esprimere la propria preoccupazione per l’inevitabile ulteriore coinvolgimento di bambini e di ragazzi nel conflitto.

    Secondo i dati UNICEF, su circa cinquanta conflitti armati attualmente in corso in varie regioni del mondo, in almeno trenta sono impegnati minori nelle operazioni militari e si calcola in 300.000 mila il numero di soldati infradiciottenni. Per quanto la maggior parte di loro abbia fra i 15 e i 18 anni, molti sono reclutati sin dai 10 anni ed è documentata la tendenza ad inserire negli eserciti ragazzi di età sempre inferiore.

    Peraltro, mentre all’inizio del secolo i civili rappresentavano il cinque per cento delle vittime della guerra, oggi si aggira intorno al 90% e la massima parte è formata da bambini.

    Si ritiene che circa due milioni sono i bambini uccisi nel corso di guerre dal 1985 al 1999 e 6 milioni hanno subito ferite e mutilazioni.

    Decine di milioni inoltre hanno riportato gravi traumi psichici a causa dei conflitti armati e venti milioni sono stati costretti ad abbandonare le loro case e a vivere in campi profughi.

    I trattati internazionali stabiliscono che è vietato far accedere i minori di diciotto anni a lavori pericolosi; tuttavia più di cinquanta paesi anche europei, e tra essi l’Italia, permettono l’arruolamento di soldati volontari e sottufficiali a 17 anni, reclutando minori di 18 anni nelle Forze Armate con coscrizione obbligatoria o adesione volontaria.

    Significativamente, la “Dichiarazione sulla Protezione delle donne e dei bambini nelle emergenze e nei conflitti armati” del 1974 si apriva con l’affermazione di “profonda preoccupazione per la sofferenza delle donne e dei bambini, appartenenti alla popolazione civile, in periodo di conflitti armati…..troppo spesso vittime di atti inumani”.

    Invero la “Convenzione sui diritti dell’infanzia” del 1989, che pure viene considerata ed è la Carta internazionale fondamentale per il riconoscimento dei diritti dei minori, sul tema specifico non è stata fondante di nuove e più incisive e corrette affermazioni.

    Essa, all’art. 38, prevede che gli Stati parti debbono adottare ogni misura possibile per vigilare che le persone, che non hanno raggiunto i quindici anni, non partecipino direttamente alle ostilità e astenersi dall’arruolare nelle loro forze armate i minori di tale età. Durante la stesura dei lavori molte delegazioni, tra le quali quella italiana, richiesero invano che l’età minima fosse fissata a diciotto anni, in primo luogo perché l’art. 1 della stessa Convenzione proclama che deve intendersi per “child” ogni essere umano avente un’età inferiore ai diciotto anni ed anche perchè il limite di quindici anni è in palese contrasto con tutto lo spirito della Carta che stabilisce sempre la tutela del minore sino a diciotto anni.

    In tale situazione emerge univocamente, che in qualunque conflitto, sia esso nucleare, civile, o del c.d. “ripristino del diritto internazionale“ la guerra è sempre più una violenza totale e generalizzata ove i bambini sono i più esposti e i più colpiti, veri capri espiatori, attualizzando la biblica “strage degli innocenti”.

    Se molti sono gli impegni assunti pubblicamente e solennemente dalla comunità internazionale, sempre più risalta la contraddizione tra tali impegni e le condotte concrete, soprattutto nella prospettiva dei paventati avvenimenti che minacciano particolarmente i più deboli: fra questi i bambini, che hanno diritto alla vita e al gioco, non alla morte e alle bombe.

     

     

  • Il nuovo sito web dell’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia (13.3.03)

    Minoriefamiglia.it è il nuovo sito web dell’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, nato dall’esigenza di avviare una migliore comunicazione interna ed esterna all’associazione.

    E’ uno strumento dinamico, semplice nella consultazione, dotato di un motore di ricerca interno per l’individuazione più rapida dei documenti. I contenuti principali sono costituiti dalle notizie sull’attività degli organismi dell’AIMMF , dai documenti ufficiali dell’associazione, dagli indici on-line della rivista MINORIgiustizia e dai diversi materiali di aggiornamento sull’attività degli operatori della giustizia minorile che vengono inviati dai soci e dagli esperti del settore.

    E’ stato inoltre previsto una sezione per l’aggiornamento giurisprudenziale e normativo e, per i soci, è presente uno spazio, con accesso riservato, per l’acquisizione in formato integrale dei documenti associativi.

    Il sito mette a disposizione uno spazio di discussione (forum) che verrà arricchito dai contributi che vengono trasmessi da parte di tutti i cittadini interessati alle problematiche ed alla cultura dell’infanzia.

    Lo spazio di servizio al pubblico fornisce informazioni in ordine ad alcune domande più frequenti sulla giustizia minorile e notizie sulle procedure giudiziarie che coinvolgono minori.

    Il Presidente dell’AIMMF, dott. Pasquale Andria

    Il Responsabile del sito, dott. Luciano Spina


  • Traffico internazionale di bambini e pedo-pornografia (24.3.03)

    Drogate e chiuse in una valigia traffico di neonate in Cina

    Questo articolo è comparso sul quotidiano ” Repubblica ” del 21.23.03 e può essere letto al seguente indirizzo
    http://www.repubblica.it/online/esteri/cinaneonati/cinaneonati/cinaneonati.html

    Traffico dei minori: la mappa dei paesi

    Questo articolo è comparso sul quotidiano ” La Repubblica ” del 10.7.02 e può essere letto al seguente indirizzo:
    http://www.repubblica.it/online/cronaca/bambini/rotte/rotte.html

    Traffico di bambini attraverso il Belgio

    Da l’ultima ora inviata da Le Bouclier il 19 marzo 2003. La traduzione dell’articolo è stata effettuata dalla socia Maria Rosa Dominici di Bologna:

    “Bruxelles, dove si fermerà l’abbietto ? E’ ciò che i nostri poliziotti si chiedono da quando hanno saputo ,da tre settimane ,che un’inchiesta è stata svolta in Romania su dei rapimenti di neonati. Neonati rapiti in una regione a 200km a nord di Bucarest veicolati attraverso l’Europa ,nascosti in camion e liberati in Gran Bretagna allo scopo di espianto d’organi. Il nostro paese è coinvolto,ed è per questo che la nostra polizia è informata , perchè l’itinerario classico verso la Gran Bretagna passa per il Belgio. Si sorveglia da tempo ,pertanto ,i trasporti rumeni ,specie quelli targati con le lettere BV o CN.L’informazione è rilasciata dalla polizia federale di GAND agli organi di polizia belga. I poliziotti inglesi,francesi,olandesi e tedeschi hanno ricevuto le stesse informazioni. La polizia federale parla chiaramente di “rapimento di neonati per traffico d’organi “. Due sospetti sono identificati in Romania. Il traffico si effettuerebbe da BRASCIOV .L’opinione che tale traffico esista c’è ,non abbiamo i dettagli ma secondo le informazioni che ci sono giunte un primo carico di neonati è stato intercettato alla frontiera ungherese ,è questo che ci fa pensare che altri passaggi siano solo rimandati. Gli stessi o altri cercheranno in tutti i modi di rifarlo,ciò che chiarisce tutto è l’arresto alla frontiera ungherese di 2 rumeni di 25 e 29 anni ,originari di Brasciov ,ROMEO DANIEL CEPARU e NICUSOR VIORELS UNGUR. Sono stati respinti dagli ungheresi per problemi di possaporto. L’uno dei 2 apriva la strada,un camion Volvo , seguiva la macchina, ,il camion trasportava un carico di palets con del materiale aeronautico,le donne e i bambini si trovavano dietro un falso diaframma. Le donne non erano le madri,se ne era prevista una per bambino,i bambini erano tutti di età compresa fra gli 8 mesi e un anno.Il Volvo appartiene a una associazione internazionale di trasporti presente in UNGHERIA,GERMANIA ,AUSTRIA e a BRASCIOV in ROMANIA.,utilizzava una targa di un’altra società a BRASCIOV,la destinazione era l’Inghilterra. Ciò che allarma è sapere che la fiction diventa realtà,o piuttosto incubo. Una prima consegna di neonati è stata intercettata e si chiede dalla fine di febbraio di tenere gli occhi aperti alla polizia belga,specie sulle autostrade,niente fino ad oggi è stato segnalato da noi. E ‘sicuramente per pura coincidenza che BRASCIOV ,nota stazione per gli sport invernali è conosciuta in tutto il mondo per ospitare nei Carpazi il castello di VLAD TEPES meglio noto come DRACULA “.

    http://www.bouclier.org

    E’ il sito internet dell’associazione Le Bouclier (lett. Lo Scudo), che opera in Belgio ed è stata fondata nel 1995 per la difesa dei diritti dei bambini.

    1997: L’ORRORE LONTANO.2002 L’ORRORE VICINO

    E’ il titolo della relazione che la dott.ssa Maria Rosa Dominici ha svolto al Convegno tenutosi a Roma l’11 e 12 luglio 2002 sul tema
    “Il traffico dei minori: piccoli schiavi senza frontiere”.

  • Bambini ed adolescenti in Europa: il minore che non c’è (28.4.03)

    All’ Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni

    Bambini ed adolescenti in Europa: il minore che non c’ è

    A- I minori: II tentativo di formulare una riflessione in tema di minori in Europa non può prescindere da un interrogativo assolutamente preliminare: esiste oggi una questione minorile in Europa ?

    I mutamenti istituzionali, politici, sociali, ideologici, strutturali, tecnologici ed economici che si sono verificati negli ultimi anni nei Paesi dell ‘Unione, come in quelli dell ‘ allargamento, hanno avuto certamente profonde e, talvolta, pesanti ripercussioni sulle condizioni di vita dei minori.

    Tuttavia, non sempre è stato possibile cogliere 1 ‘incidenza di tali fenomeni complessi sull ‘universo minori, anche se una nuova sensibilità ed una maggiore attenzione si sono sviluppate nell ‘ultimo decennio proprio nei confronti delle condizioni di vita dei bambini e degli adolescenti.

    Infatti, questi ultimi anni sono stati segnati positivamente dalla produzione di Convenzioni Internazionali, di Carte, di risoluzioni e norme varie come mai prima e, nel contempo, negativamente, da profondi malesseri, disagi e tensioni che hanno attraversato le vite dei bambini e degli adolescenti. Sempre più avvertiti sono i problemi dei minori a rischio nelle grandi metropoli europee, le questioni dei rapporti con la criminalità organizzata che sa ben sfruttare il disagio minorile, sia in termini di manovalanza che di sfruttamento (lavorativo, sessuale, etc.). Non meno importanza rivestono oggi le questioni dell’assistenza, dell’istruzione e della sanità, della giustizia ” .civile e penale, della condizione dei minori extracomunitari, del complesso rapporto con i mezzi tecnologici e dell ‘uso di internet. In ultimo, non può dimenticarsi il problema delle condizioni di vita dei minori nei Paesi candidati all ‘ entrata nell ‘Unione Europea.

    Ma il divario tra maggiore sensibilità (sia istituzionale che sociale) e problematiche emergenti trova probabilmente la sua causa nel fatto che quando si cerca di discutere del minore, in realtà, non si ha una sua reale percezione e conoscenza. Sembra, infatti, .che sia il legislatore che i giuristi, gli operatori sociali, gli psicologi, i giudici, gli avvocati, siano ancorati ad un modello personale di minore che tuttavia è lontano dal minore reale. Un modello che assume connotati diversi a seconda del periodo e dell ‘ allarme sociale. La rappresentazione del mondo minorile in questo senso sembra più un puzzle casuale composto dalle varie microrappresentazioni delle differenti categorie di soggetti interessati. Anzi per usare un ‘immagine già più volte riportata Vi, siamo in presenza di uno specchio rotto: in cui i vari pezzi, rispecchiano in piccolo 1 ‘intera figura. Più frantumiamo l’universo minori le più arrechiamo danno al minore. Orbene, se la lontananza del minore reale ( ciò che effettivamente è) dal minore ideato ( dalla mente dei vari soggetti) e da quello ideale ( come agire per migliorarne le condizioni di vita ed affermarne i diritti) è uno dei segni tangibili della crisi del sistema che ruota attorno all’infanzia ed all’adolescenza, come si crede, allora può rispondersi affermativamente all ‘interrogativo iniziale.

    Esiste certamente una questione minorile.

    Tuttavia, la semplicistica affermazione dell ‘ esistenza del problema non è di per se elemento risolutivo: in altri tennini la “questione minorile” non può trovare sbocchi efficaci se l’ obiettivo resta la soluzione del singolo problema.

    Ne è pensabile ritenere che tale questione sia riconducibile unicamente a problemi di natura repressiva, o di mera politica giudizi aria o ancora a questioni attinenti l’istruzione e la cultura, gli affari sociali o la sanità, univocamente interpretati. Ciò crea unicamente la dissezione del minore e la sua definitiva nullificazione.

    Inoltre, c’ è chi sostiene per giochi di alchimia giuridica che i minori esulano dalla competenza degli organismi europei. Nascondersi dietro a presunti problemi di “incostituzionalità” o alle eccezioni di “assenza legale” dei minori dai contesti normativi (trattati, etc.) appare un’errata impostazione del problema. Vuoi perche probabilmente vi è il timore dello spogliamento della competenza, vuoi perche l’ apertura di questa prospettiva condurrebbe a evoluzioni non facilmente govemabili.

    Il punto, tuttavia, che vale la pena di focalizzare è che accendere i riflettori sul problema, ammettere che esista è il primo passo e come tale deve essere compiuto al più presto. Poi, bisogna studiare il modo di affrontarlo.

    B.- La strategia e gli obiettivi: Qui, si intende ribadire la necessità dell ‘ elaborazione di un metodo e di una strategia di intervento innovati va che possano consentire di comprendere meglio il mondo minorile e siano capaci di sbocchi evolutivi al fine dell’affermazione effettiva dei diritti dei minori. Questo percorso deve tenere conto, innanzitutto, come già sottolineato, dell ‘identità reale del minore e dei diversi sistemi normativi che, ai vari livelli, regolano la sua vita per poi verificare la possibilità di realizzare una proposta innovativa.

    Più che i contenuti, tuttavia, ciò che importa è stabilire il “modo” di affrontare la questione. Sicuramente un modo diverso è quello di mettere insieme tutti gli addetti ai lavori.

    Per tale ragione, nella convinzione che la compre senza dei soggetti interessati offra una base ed un supporto di rara forza, si è pensato di costruire un “team interistituzionale” che comprenda i rappresentanti delle diverse forze politiche e dei .vari enti.

    Quello che si chiede è di essere presenti nel team, di supportarlo e sostenerlo nelle varie sedi.

    Inoltre, la questione minorile non può essere solo italiana. Lo sforzo che si intende affrontare prevede la costruzioni di reti e connessioni con i rappresentanti degli altri Paesi membri. Ragionare solo in tennini italiani, finirebbe con il fare diventare la questione minorile un fatto privato o, peggio, di “campanile”.

    Più si lascia spazio alla monopolizzazione del minore da parte dei diversi saperi o dei diversi rami amministrativi, più si contribuisce, come già detto alla sua dissolvenza.

    I progetti costosissimi (finanziati da questo o quell’Ente o organo amministrativo) che tuttavia non risultano ben mirati o ben verificati sono la dimostrazione dello spreco di risorse economiche e umane. Dovrebbe pensarsi ad un coordinamento, a dei criteri di valutazione ad incentivi per la progettazione e oi se mi passate la provocazione, rubando l ‘idea al mondo del diritto commerciale, dovrebbe si istituire una sorta di brevetto sui progetti, con la liberalizzazione degli stessi dopo un certo periodo; cioè libero uso da parte della Pubblica Amministrazione con premio agli ideatori. Ciò stimolerebbe la fase di progettazione e la “buona” concorrenza tra gli operatori, che non si limiterebbero a proporre progetti fotocopia che servono unicamente a salvare dalla disoccupazione ma che con il minore hanno poco a che fare.

    Certo il problema è a questo punto chi e come. ..

    Forse il punto di arrivo potrebbe essere un’ Authority europea; che costringa gli stati membri a dotarsi di authorities nazionali e locali ed intervenga in via sussidiaria in caso di inadempienze. Si tratterebbe, dunque, di un Ente di tutela, riferimento e coordinamento che, per pura esemplificazione, seguendo la logica del “come” e non del “cosa”:

    1.- Tutela i diritti e gli interessi dei minori;
    2.- Vigila sull’applicazione delle norme internazionali e delle direttive dell’U.E., come sulle violazioni delle norme interne, in materia di minori;
    3.- Può intervenire per rappresentare gli interessi del minore e difenderne i diritti (anche costituendosi parte civile) nei procedimenti che riguardano direttamente od indirettamente le condizioni di vita del minore, indipendentemente ed in maniera autonome rispetto ai legali rappresentanti dello stesso;
    4.- Collabora con le singole Autorità nazionali fornendo ausilio e informazioni nonche segnalando linee di intervento;
    5.- Coopera con gli organismi europei di tutela dei minori, con quelli nazionali e con gli istituti di tutela;
    6.- Realizza le condizioni di cooperazione e coordinamento, nonche di armonizzazione delle procedure giudizi arie dei diversi Paesi membri;
    7.- Segnala la necessità di interventi legislativi e amministrativi;
    8.- Promuove la cultura del minore attraverso specifici programmi che coinvolgano sia gli Enti (Ministeri di Giustizia, Sanità, Istruzione e Ambiente dei singoli Paesi, Tribunali etc. ) che il loro personale, le categorie professionali (avvocati, psicologi, architetti, medici, etc. ), mirando alla specializzazione e alI ‘interdisciplinarietà;
    9.- Promuove l’istituzione dell’insegnamento del diritto minorile nelle istituzioni scolastiche ed universitarie;
    10.- Promuove altresì le ricerche volte alla definizione delle condizioni di vita dei minori e della loro identità, attraverso specifici programmi;
    11.- Coordina e verifica le procedure per l’ erogazione dei contributi europei ai programmi ed interventi aventi ad oggetto i minori;
    12.- Coordina e verifica le condizioni egli interventi di accoglienza ed inserimento dei minori extracomunitari.

    Insomma, si potrebbe dire ancora altro. Ma in fondo, al di là dell ‘enumerazione dei compiti, l’ Authority Europea non sarebbe altro che un pungolo costante nei confronti degli Stati, un ausilio per l’armonizzazione, con l’occhio al minore che c’è veramente. D’altronde, l’esperienza insegna che il problema non sono gli strumenti; ma le logiche che stanno dietro ad essi.

    La Convenzione Europea sull’esercizio dei diritti dei minori (Strasburgo, 8/9/1996) ha dimostrato tale paradigma in maniera esemplare e negativa. Infatti, sebbene sottoscritta da un grande numero di Paesi d’Europa, ha avuto e continua a d avere intralci applicativi legati alla mancata ratifica.

    Pertanto, per sviluppare I ‘idea di un progetto minorile europeo, diventa indispensabile I ‘insediamento di un gruppo di lavoro europeo che predisponga nei suoi contenuti la proposta e scelga 10 strumento normativo o gli strumenti normativi per la sua realizzazione nonche governi I ‘iter cronologico. Si ritiene infatti che questa esperienza deve essere fatta anche con i Paesi membri e dell ‘ allargamento. Deve essere fatta riconoscendo il lavoro che gli altri Paesi hanno compiuto durante i semestri di loro presidenza, coinvolgendo tutti quelli che si sono mossi a favore dei minori. Saranno ben contenti che si dia riconoscimento alloro valore, si sentiranno gratificati e saranno sicuramente partecipanti entusiasti e motivati dei processi decisionali.

    I Magistrati, poi, hanno in questo processo un ruolo focale, sia a livello nazionale che europeo. E’ ben noto che la posizione dei Giudici per i minorenni italiani mira a non ridurre la questione minori le ad un mero problema di scienza penale o ad un problema giudiziario, e tale impostazione non può che essere fortemente condivisa. Su questo punto, allora ciò che si chiede è un contributo forte d’indirizzo e di contenuti per poter meglio sviluppare il progetto.

    In sintesi, allora, si propone la definizione di un protocollo d’intesa da sottoscrivere per assicurare la propria disponibilità ed il proprio sostegno all ‘iniziativa, la individuazione di delegati per i teams nazionale europeo, la realizzazione di una proposta in tempi brevi utilizzando una procedura snella ed essenziale sullo stile della conferenza di servizio. Si è convinti che la scelta della affermazione e tutela dei diritti dei minori, in maniera forte e decisa, è una decisione di alto profilo che deve ottenere il massimo consenso possibile.

    Un ‘Europa fondata sui diritti dei cittadini deve necessariamente tenere conto, di quella parte di loro che non vota, ma che vive sulle sue strade ogni giorno; deve fare della loro dignità un ‘unità di misura e ciò è un imperativo etico e sociale.

    La scelta di fondo deve essere la scelta della affermazione e tutela dei diritti dei minori reali, in maniera forte e decisa.

    Parafrasando ciò che da più parti è stato detto, attraverso un cambiamento di metodo e di ottica, con I’ Authority , l’Unione aprirebbe le porte ai bambini ed agli adolescenti, darebbe una voce a chi in questo momento voce non ha, rappresenterebbe il loro punto di vista nei processi decisionali che li riguardano. Nello stesso tempo progetterebbe il suo stesso futuro.

    Infatti, il solo modo per dare un senso al passato è progettare il futuro: i bambini costituiscono il migliore progetto ed insieme il migliore investimento.

    Palermo, 31 marzo 2003.

    Avv. Sergio Russo – Coordinatore del Comitato sulla questione minorile nell’U.E. – Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Comunitarie

     

  • In ricordo di Uberto Radaelli (8.7.03)

    In ricordo di Uberto Radaelli

    “E’ costante proposito di queste nostre pagine il rifuggire da pure astrazioni o da discussioni sulla filosofia della educazione. Non possiamo tuttavia pensare che l’attività educativa e rieducativa che ogni giorno svolgiamo in un istituto, in un focolare od assistendo un minore in libertà, possa andare disgiunta da una concezione della vita dell’uomo, nel suo essere e nel suo divenire”.

    Con queste parole il Presidente Uberto Radaelli, scomparso il 4 giugno u.s. all’età di 87 anni, apriva il primo fascicolo del 1955 della rivista “Esperienze di rieducazione” ( poi “Esperienze di giustizia minorile”) da egli fondata qualche mese prima.

    Subito dopo soggiungeva “non possiamo concepire il nostro esercizio professionale senza uno scopo che lo guidi e che valga a coordinare ed a vitalizzare tutte le nostre attività: uno scopo generale dunque, e vicino ad esso un’obbiettivo concreto da proporci per ogni singolo individuo che dobbiamo “restituire” alla società”.

    Non erano parole di circostanza e lo aveva già dimostrato da quando aveva assunto la direzione dell’Ufficio IV (D.G.I.P.P.) nel 1951 e poi via via sino al 1974 quando venne nominato Presidente del Tribunale per i Minorenni de L’ Aquila.

    Il Pres. Radaelli, attraverso la propria infaticabile opera di giurista e di educatore, illuminata dalle sue grandi doti di umanità ha contribuito, in maniera notevolissima, a sensibilizzare gli operatori del diritto minorile e la pubblica opinione soprattutto ai problemi della gioventù in difficoltà.

    I molti anni della sua direzione all’Ufficio minorenni sono stati densi di iniziative e modifiche:

    – D.P. 28/6/55 n. 1538 (decentramento dei servizi del Ministero G.G. – Norme concernenti i centri di rieducazione per i minorenni);

    – istituzione della Scuola di Formazione del personale minorile di Roma e poi di quelle di Castiglione delle Stiviere e di Messina;

    – legge 25/7/56 n. 888 che vide tra l’altro l’istituzione degli uffici di servizio sociale per i minorenni (notevole integrazione al R.D.L. del 1934);

    – legge 5/6/67 n. 431 – modifiche al titolo VIII del libro I del c.c. “dell’adozione” ed inserimento del nuovo capo III con il titolo “dell’adozione speciale”.

    Radaelli tenne molto a tale Legge e la diffuse, attraverso pubblicazioni e convegni, per una giusta interpretazione ed applicazione che più garantissero la realizzazione dei diritti dei minori abbandonati.

    E’ davvero difficile quantificare l’apporto dato da Uberto Radaelli anche in campo internazionale, ove era molto apprezzato per le sue qualità umane e le sue capacità di ricerca di soluzioni equilibrate e serene.

    Si può ben dire, dunque, come è stato autorevolmente scritto nei giorni scorsi, che U.R. è stato uno dei fondatori della giustizia minorile italiana “e un grande magistrato minorile ed un vero maestro di vita”.

    G.V.

  • Indultino: NO di AIMMF e di molte Associazioni italiane alla sospensione della parte finale della pena detentiva per tutti i reati legati alla pedofilia e allo sfruttamento sessuale (30.7.03)

    COMUNICATO STAMPA
    “Disegno di legge sull’indultino”: NO di molte Associazioni italiane che si occupano di diritti dei minori alla sospensione condizionata dell’esecuzione della parte finale della pena detentiva per tutti i reati legati alla pedofilia e allo sfruttamento sessuale

    Roma 23 luglio 2003 – Molte associazioni che si occupano in Italia della tutela dei diritti dei minori – l’ANFAA, il CIAI, il CIES, il CIFA, il CISMAI, ECPAT Italia e Internazionale, Coordinamento La Gabbianella, Telefono Arcobaleno, Telefono Azzurro, Terre des hommes Italia, UNICEF Italia, unitamente all’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e la Famiglia, all’Associazione Italiana Avvocati per la Famiglia e i Minori, a Prometeo e agli esperti Lino Rossi, Federico Palomba e Anna Genni Miliotti – si allineano compatte per dire NO alla formulazione del DDL 1986-B, recentemente passato dalla Camera all’esame della Commissione Giustizia del Senato e invitano il Parlamento a non consentire che la cosiddetta legge sull’indultino venga approvata con il testo attualmente previsto.

    La formulazione del DDL 1986-b desta allarme nelle Associazioni, in quanto non realizza l’interesse superiore dei minori, come previsto dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dai suoi Protocolli opzionali, a cui il Legislatore dovrebbe fare sempre riferimento per valutare adeguatamente le conseguenze che ogni dettato legislativo possa avere su coloro che rappresentano la categoria più debole della società: i bambini.

    Infatti l’articolo 1 del DDL 1986-b non prevede l’esclusione della sospensione della parte finale della pena per i reati di pedofilia e sfruttamento sessuale dei bambini, in quanto non stabilisce che siano esclusi dall’indulto i detenuti colpevoli dei seguenti reati:

    • induzione di minori alla prostituzione ( art. 600bis Cod. Pen.le);

    • sfruttamento di minori per pornografia minorile ( art. 600ter Cod. Pen.le)

    • detenzione di materiale pornografico, prodotto tramite sfruttamento sessuale di minori (art. 600 quater Cod. Pen.le)

    • organizzazione o propaganda di viaggi finalizzati alla fruizione di attività di prostituzione a danno di minori. (art. 600quinquies Cod. Pen.le).

    Il DDL 1986-b si limita invece a essere ostativo verso i reati di violenza sessuale nei confronti dei minori di 14 anni solo nei casi di collegamento con la criminalità organizzata, il terrorismo e l’eversione, con riferimento all’Art. 4 bis della Legge 26 luglio 1975 n. 354, indicato nel DDL.

    La gravità dei reati indicati negli art.li 660bis, 600ter, 600quater, 600quinqes del Codice Penale e l’effetto devastante che determinano sulle vittime, non può che comportare una trattazione severa delle persone che si sono macchiate di tali infamie: avendo loro calpestato con violenza i diritti dei minori e quindi offeso e messo a rischio il futuro della nostra società.

    Il documento finale della Sessione Speciale ONU sull’infanzia di maggio 2002, sottoscritto dall’Italia, prevede proprio al punto 44.6 l’impegno di “Diffondere e alimentare la presa di coscienza delle conseguenze negative derivanti dalla mancata protezione dei bambini, dalla violenza, dagli abusi e dallo sfruttamento”.

    La sospensione della pena per i reati di pedofilia, che sarebbe sancita con la legge sull’indultino, rappresenterebbe l’attuazione di un indirizzo assolutamente contrario, sminuirebbe la gravità di tali reati e alimenterebbe l’idea che coloro che compiono abusi sessuali sui bambini compiano reati di poca importanza.

    Le associazioni richiamano l’attenzione del Parlamento sull’incompletezza del DDL e invitano a rivederne l’articolato, onde non approvare una legge che sarebbe chiara espressione della negazione dei diritti dei minori, così come sanciti dalla Legge 176 del 27 maggio1991, che ha ratificato la Convenzione sui diritti dell’infanzia.

    Per informazioni e chiarimenti rivolgersi a: tel.: 06/47809220-212, E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; cell. 3488741459; e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

     

  • Regione Veneto: Il Pubblico Tutore dei minori (7.8.03)

    REGIONE VENETO
    Il Pubblico Tutore dei minori
    GARANTE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA
    PROGETTO TUTORI

    – “Il Tutore di un minore: funzioni”
    – “Il Tutore di un minore: promozione, sensibilizzazione e formazione”

    Vai alla pagina (Link non più visualizzabile)


  • Appello per la giustizia nello stato di diritto (27.10.03)

    Appello per la giustizia nello stato di diritto

    I sottoscritti professori universitari di diritto esprimono radicale dissenso, nel metodo e nei contenuti, rispetto al disegno di legge-delega per la riforma dell’ordinamento giudiziario. Nel metodo va deplorato che una riforma di tale rilievo non sia stata preceduta e accompagnata da un sistematico confronto con operatori e studiosi del diritto nella ricerca, senza dubbio difficile ma del tutto ragionevole, di soluzioni ampiamente condivise.

    Si è, invece, proceduto nella logica di una ‘rivincita’ del potere politico sulla giurisdizione, nell’indifferenza verso le attese di giustizia del cittadino. Nei suoi contenuti il disegno di legge si ispira ad un modello burocratico e piramidale di magistratura con una progressione in carriera appiattita sui gradi di impugnazione e costellata da farraginosi meccanismi concorsuali; dunque, inidonea a garantire le doti di equilibrio, di saggezza e di professionalità che si richiedono al giudice sin dal processo di primo grado dove, più che altrove, si assumono decisioni destinate ad influire pesantemente sulla libertà personale, sui diritti e sui beni dell’individuo.

    In particolare, per quanto riguarda il pubblico ministero, appare poco compatibile coi principi costituzionali l’organizzazione fortemente gerarchica delle procure con la restaurazione ai vertici di poteri, pressoché illimitati, di sostituzione e di avocazione: inevitabile, in un simile contesto, la possibilità di pesanti influenze dell’esecutivo…

    continua (Link non più visualizzabile)


  • Sergio Russo: Partito dei minori o incidente di percorso? (11.11.03)

    Partito dei minori o incidente di percorso?
    di Sergio Russo

    (L’avv. Sergioo Russo presiede il Comitato sulla questione minorile del Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri )

    La vicenda dell’iter del disegno di legge sulla giustizia minorile e del suo singolare epilogo deve necessariamente condurre ad una riflessione profonda sulla questione minorile.

    Infatti, l’esito del procedimento – per alcuni inatteso, per altri auspicato- testimonia in maniera indefettibile il grave malessere politico di fronte ai problemi del mondo giovanile. Deve premettersi che è pura illusione tentare di individuare dietro al risultato verificatosi l’esistenza di un “partito dei minori” che coinvolga trasversalmente maggioranza ed opposizione.

    Con un occhio disincantato e cinico si potrebbe ritenere che la vicenda parlamentare appaia più dovuta ad una sorta di regolamento di conti, ad un caso determinato da personalismi, che a motivazioni profonde e tecniche e legate alla tutela dei diritti dei minori.

    In ogni caso, ove un “partito dei minori” esistesse sul serio, ebbene a questo partito bisognerebbe affidare il compito di condurre una battaglia che sia incentrata, innanzitutto, sull’affermazione dei diritti dei minori e poi sulla ristrutturazione degli strumenti per la loro tutela…continua