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  • BRINDISI 19.5.2012, ANCORA VITTIME INNOCENTI

    Melissa andava a scuola, come tanti studenti, ogni giorno, a Brindisi e in ogni angolo del nostro Paese.
    Lei, però, non è più tornata a casa.

    Altri suoi amici, studenti anche loro, stanno soffrendo, aggrediti e feriti, senza sapere percheì.
    Nessuno al momento sa percheì una violenza cosiÌ feroce ed assurda, ma consapevolmente premeditata, si sia abbattuta su ragazzi inermi, su una scuola, su una cittaÌ, sul nostro essere e sentirci italiani.
    Venti anni fa soffrimmo l’uccisione dei nostri colleghi Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e degli agenti della loro scorta. Oggi soffriamo l’uccisione di una ragazza e il ferimento di altri ragazzi che stavano per entrare nella loro scuola.
    Una scuola dedicata a Giovanni Falcone e a Francesca Morvillo.
    Una scuola distintasi per il suo impegno nella educazione alla legalitaÌ. Troppe coincidenze, troppe analogie, troppi significati che fanno pensare e
    drammaticamente temere.
    Vogliamo che presto si faccia luce su un crimine tanto assurdo da sembrare
    impossibile, e che i responsabili tutti, gli esecutori, i mandanti, gli ispiratori, vengano individuati e duramente colpiti.
    Vogliamo che i ragazzi non debbano aver paura di andare a scuola.
    Alla famiglia di Melissa ai feriti e alle loro famiglie, agli studenti e alla cittaÌ di Brindisi, alla scuola – che, nel comune impegno di tutela dei nostri ragazzi, vorremmo sempre a noi piuÌ vicina e alla quale vorremmo essere sempre piuÌ vicini – tutto il nostro cordoglio e la nostra vicinanza.

    Il Comitato di Presidenza dell’AIMMF


  • “Magistrati e famiglie affidatarie insieme per difendere il diritto dei bambini e dei ragazzi a crescere in famiglia” (4.6.12)

    Associazione Italiana Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia

    Tavolo Nazionale Affido
    Tavolo di lavoro delle associazioni nazionali e delle reti nazionali e regionali di famiglie affidatarie

     

    “Magistrati e famiglie affidatarie insieme per difendere il diritto dei bambini e dei ragazzi a crescere in famiglia”

    comunicato stampa

     


  • Per una giustizia a misura di minore (1.10.12)

    Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia
    “Aderente alla”Association Internationale des Magistrats de la Jeunesse et de la Famille”
    www.minoriefamiglia.it

    Per una giustizia a misura di minore

     Roma , 29 settembre 2012

    COMUNICATO STAMPA AIMMF

    Sabato 29 settembre, a Roma presso la Corte di Cassazione si è svolta una importante giornata di dibattito sul tema: “Per una giustizia a misura di minore”, promossa dall’ Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia (AIMMF) e dall’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) e volta ad avviare un confronto con gli esponenti delle istituzioni, dell’avvocatura e delle associazioni rappresentative della società civile su di un settore della giustizia che vive più di altri le sfide portate dai profondi cambiamenti conseguenti alle trasformazioni sociali, familiari e del mondo dell’infanzia e dell’adolescenza e che è caratterizzata dal pieno riconoscimento giuridico dei diritti dei soggetti di minore età.

    All’incontro, presieduto dal Primo Presidente della Corte di Cassazione, Ernesto Lupo e coordinato dal Presidente AIMMF Luciano Spina e dal rappresentante della GEC dell’ANM Valerio Savio, sono intervenuti i parlamentari onorevoli Anna Maria Serafini (PD), Vice Presidente Commissione Bicamerale Infanzia, Maria Elisabetta Alberti Casellati (PdL), Componente Commissione Giustizia del Senato e Federico Palomba (IDV), Vice Presidente Commissione Giustizia della Camera, con i quali è stata aperta una proficua discussione sulle diverse proposte legislative dagli stessi depositate in Parlamento in rappresentanza dei rispettivi gruppi politici di appartenenza, volte a riorganizzare e unificare competenze in materia minorile attualmente divise tra tribunale per i minorenni e tribunali ordinari.

    L’approfondimento ha avuto come tema centrale la necessità che una riforma di tale settore della giustizia sia attuata nella prospettiva della salvaguardia della tutela della effettività dei diritti dei minori, nel rispetto della Costituzione e delle norme interne e internazionali (v. Linee Guida del Consiglio di Europa del 2010), con la salvaguardia della specializzazione del giudice e l’integrazione delle diverse competenze specialistiche in un organo giudiziario che svolga funzioni esclusive ed abbia competenze unitarie in materia civile, penale ed amministrativa, con l’introduzione di un rito disciplinato per i procedimenti civili minorili.

    Tra i partecipanti è stata anche condivisa la necessità di espungere dal progetto di legge “Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali”, all’esame della Commissione Giustizia della Camera, le norme che non risultano coerenti con i principi sopra affermati (tra le altre, v. modifica art. 38 disp. att. c.c.) e con lo stesso spirito dell’iniziativa, che è quella di attuare una effettiva parificazione dei figli nati fuori dal matrimonio con quelli legittimi, senza più alcuna distinzione.

    Hanno fornito un importante contributo al dibattito, il Capo Dipartimento Giustizia Minorile, Caterina Chinnici, intervenuta anche in rappresentanza del Ministro della Giustizia Paola Severino, il Garante nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, Vincenzo Spadafora, Laura Baldassarre per UNICEF Italia, la Presidente di CamMiNo, Camera Nazionale Avvocati per la Famiglia e i Minorenni, Maria Giovanna Ruo, il Presidente dell’ Unione Nazionale Camere Minorili, Luca Muglia, il Presidente dell’IAYFJM, Joseph Moyersoen.

    Per l’AIMMF sono intervenuti anche la Segretaria Generale Susanna Galli, i Vice Presidenti Francesco Micela e Claudio Cottatellucci, nonché Pasquale Andria, componente del Consiglio Direttivo, mentre in rappresentanza della Commissione Minori ANM è intervenuta Maria Carla Gatto. Per gli uffici giudiziari minorili è intervenuto il Procuratore della Repubblica presso il T.M. di Roma, Claudio De Angelis.

    L’importanza dell’evento è stata testimoniata dalla grande partecipazione di pubblico e dalla presenza di diversi capi di uffici giudiziari e rappresentanti di categorie professionali, in particolare magistrati, avvocati, psicologi e assistenti sociali e di associazioni del settore minorile. Tra i molti partecipanti ricordiamo il Garante dei detenuti della Regione Lazio, Angiolo Marroni.

    Il Presidente, Luciano Spina

    Il Segretario Generale, Susanna Galli

     

     

     

     

  • Sulla esecuzione di un provvedimento di collocamento di bambino in comunità (11.10.12)

    Associazione Italiana dei Magistrati per i minorenni e per la famiglia
    Aderente alla”Association Internationale des Magistrats de la Jeunesse et de la Famille”
    www.minoriefamiglia.it

    L’A.I.M.M.F., nel condividere lo sconcerto che ha suscitato la visione delle immagini relative all’esecuzione di un provvedimento di inserimento di un
    bambino in comunità

    segnala

    che la fase dell’esecuzione dei provvedimenti costituisce un aspetto essenziale dell’intervento giudiziario, pari spesso per importanza alla decisione, perché incide in modo profondo nei vissuti dei bambini e degli adolescenti

    rammenta

    che nel luglio 2010, all’esito di un lungo percorso di confronto tra vari soggetti coinvolti, un tavolo tecnico cui ha partecipato anche l’AIMMF (con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, il Consiglio Nazionale Forense, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali, il Consiglio Superiore della Magistratura, la Commissione Minori dell’Associazione nazionale Magistrati), sono state approvate delle linee guida per i processi di sostegno e di allontanamento del minore, che hanno affermato, fra l’altro, i seguenti princìpi (ferma la necessità di urgenti interventi normativi che disciplinino la fase esecutiva dei provvedimenti a tutela dei minori):

    -) E’ importante, anche quando l’intervento sia stato attuato in via di urgenza per esigenze di protezione del minore da pregiudizi subiti in famiglia, favorire la comprensione degli obiettivi e degli interventi posti in essere

    -) Il provvedimento di allontanamento del minore deve contenere elementi di elasticità al fine di poterlo adattare alla situazione contingente. E’ utile che l’autorità giudiziaria dia eventualmente disposizioni più adeguate, ove dovessero sorgere rilevanti difficoltà nell’esecuzione del provvedimento

    -) E’ opportuno acquisire, ove possibile, il consenso – o quanto meno la non opposizione – all’esecuzione da parte degli interessati, anche collaborando con i difensori

    -) Gli operatori che materialmente eseguono il provvedimento di allontanamento devono essere, come già insegna l’esperienza di altri Paesi, specializzati. E’ necessario prevedere una equipe stabile multi-professionale per accompagnare l’evento di allontanamento, possibilmente composta da professionisti diversi da quelli che hanno in carico il minore e la famiglia

    -) L’utilizzo della Forza Pubblica durante le procedure di allontanamento nei casi di assoluta necessità non deve avvenire in uniforme, e devono essere scelti modi e luoghi che rendano l’evento il meno traumatico possibile per il minore e per i suoi familiari.

    -) Ogni situazione va studiata e progettata tenendo conto della sua unicità e specificità

    -) Particolare attenzione va dedicata all’ascolto del minore e ai luoghi e ai modi in cui esso avviene, incentivando la creazione di spazi neutri, per gli incontri protetti. E’ importante spiegare, tenendo conto dell’età e della capacità di comprensione, la situazione, le ragioni del provvedimento e il suo significato. È importante ascoltare i vissuti e sentimenti, i problemi e le aspettative del minore, accoglierlo in un luogo idoneo e considerare per quanto sia possibile i suoi desideri

    -) Appare particolarmente importante che le decisioni dell’Autorità Giudiziaria sui reclami proposti avverso i provvedimenti di allontanamento siano adottate in tempo sufficientemente breve

    denuncia

    che la gravità della vicenda non deve far dimenticare la violazione a livello giornalistico della normativa a tutela del diritto alla privacy dei minori (Carta di Treviso) con la divulgazione di dati che possono facilmente portare all’identificazione del bambino coinvolto, nonché con l’impiego di un filmato lesivo della sua dignità in una trasmissione di intrattenimento televisivo.

    Roma, 11 ottobre 2012

    Il Segretario Generale, Susanna Galli
    Il Presidente, Luciano Spina

     

     

  • Minore neonato abbandonato nel bagno di un locale (7.1.13)

    Titolo comunicato: Il diritto alla segretezza del parto come prevenzione dell’abbandono e dell’infanticidio.

    Associazione ANFAA: vai al comunicato

     


  • L’ANM e l’AIMMF sulle stragi di Scicli e Lampedusa (3.10.13)

    Associazione Italiana dei Magistrati per i minorenni e per la famiglia
    Aderente alla”Association Internationale des Magistrats de la Jeunesse et de la Famille”
    www.minoriefamiglia.it

    “Sulle stragi di Scicli e Lampedusa”

    L’Associazione Nazionale Magistrati e l’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia esprimono orrore davanti a stragi come quelle consumatesi da ultimo sulle spiagge di Scicli e di Lampedusa

    vai al documento

     


  • Ancora travisamenti e falsificazioni sulla giustizia minorile (20.11.13)

    Associazione Italiana dei Magistrati per i minorenni e per la famiglia
    Aderente alla”Association Internationale des Magistrats de la Jeunesse et de la Famille”
    www.minoriefamiglia.it

    L’assemblea generale dei soci dell’Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia (AIMMF), tenutasi a Salerno il giorno 16 novembre 2013 ha approvato il seguente comunicato.

    Le affermazioni di recente ripetute da un ex magistrato del Tribunale per i minorenni di Bologna in una intervista al settimanale Panorama contengono evidenti travisamenti e falsificazioni, da cui possono derivare gravi conseguenze per la tutela dei minori e per il corretto funzionamento delle istituzioni, per la sfiducia che possono ingenerare nell’operato della magistratura minorile.

    Sono dichiarazioni che, per la loro falsità, in particolare offendono l’onorabilità e l’immagine professionale del Tribunale per i minorenni di Bologna e dei giudici onorari che in quell’ufficio giudiziario operano con impegno e dedizione.

    L’AIMMF ribadisce la deplorazione già espressa nel comunicato del 3 giugno 2013, con riferimento a dichiarazioni analoghe: “Affermare che i provvedimenti giudiziari di inserimento dei minori in contesti extrafamiliari sarebbero adottati in assenza di qualsiasi disposizione di legge e finalizzati ad alimentare “il mercato degli affidamenti e delle adozioni” per interessi economici che coinvolgerebbero i magistrati, offre una rappresentazione falsa e offensiva dell’operato della magistratura e dei principi di indipendenza e imparzialità che ne fondano le decisioni”.

    E’ falso che gli allontanamenti dai nuclei familiari siano effettuati nelle dimensioni abnormi indicate nell’articolo; essi vengono disposti solo in casi estremi, quando ogni altra misura sperimentata si è dimostrata inefficace.

    Contrariamente a quanto viene sostenuto nell’intervista, ogni provvedimento del Tribunale minorile:

    a) è il risultato di una decisione collegiale, cui partecipano giudici professionali ed onorari individuati secondo criteri predeterminati;

    b) i servizi sociali, in assoluta autonomia, hanno il compito di individuare la struttura comunitaria.

    L’AIMMF difende, inoltre, il contributo insostituibile di competenza e di esperienza che i giudici onorari quotidianamente apportano, con spirito di servizio e scarse gratificazioni economiche.

    Ricorda infine che precise disposizioni vietano ai responsabili di strutture comunitarie di ricoprire il ruolo di giudici onorari e che, comunque, vi è un obbligo di astensione dalla decisione per ogni giudice coinvolto nella specifica vicenda del minore qualora sussistano situazioni di incompatibilità.

  • Un impegno di cittadinanza europea responsabile: il diritto dei migranti ad avere diritti e la tutela dei minori non accompagnati (18.10.13)

    Associazione Italiana dei Magistrati per i minorenni e per la famiglia
    Aderente alla”Association Internationale des Magistrats de la Jeunesse et de la Famille”
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    Un impegno di cittadinanza europea responsabile:
    il diritto dei migranti ad avere diritti e la tutela dei minori non accompagnati

    Suscita orrore la strage che si è consumata nella notte del 3 ottobre di fronte a Lampedusa, certamente per la drammaticità del bilancio delle vittime, ancora provvisorio a distanza di giorni. Un bilancio che tra l’altro conferma anche il volto mutato degli arrivi degli ultimi mesi, la presenza crescente di donne e bambini, talvolta anche di anziani: popolazioni in fuga soprattutto dalla guerra per la diffusione delle aree di conflitto, in particolare in Siria. In questa condizione anche persone molto deboli sono spinte in maniera crescente ad affrontare il viaggio.

    continua

     

     


  • E’ necessaria una reazione culturale per la tutela dei diritti dei minori (30.11.13)

    E’ necessaria una reazione culturale per la tutela dei diritti dei minori
    di Pino Spadaro*

     

    La solidarietà ricevuta in questi giorni rispetto alle affermazioni di recente ripetute da un ex magistrato del Tribunale per i minorenni di Bologna in una intervista al settimanale Panorama (v. documento AIMMF sul caso) ha evidenziato con efficacia e precisione alcuni punti dell’intervista in cui inesattezze, forzature e falsità emergono “ictu oculi” e dimostrano la natura delegittimante e offensiva dell’intero “pezzo” giornalistico; le loro parole ci rincuorano della comune valutazione che anche al TM di Bologna è stata fatta sulla intervista.

    Abbiamo poi apprezzato la forte presa di posizione della giunta distrettuale dell’ANM e della assemblea generale dell’AIMMF soprattutto perchè siamo convinti che si è trattato di difendere la Giurisdizione e i diritti dei più deboli. Per le medesime ragioni stiamo valutando la possibilità di esercizio di un’azione legale da parte dei giudici bolognesi (onorari e togati).

    Ho, tuttavia, la sensazione che il danno sia già stato fatto e sia davvero difficile porvi rimedio. Nell’arco di pochi giorni si sono verificati all’interno del tribunale ben due gravissimi episodi di minacce ed aggressioni fisiche nei confronti di un funzionario amministrativo e di due giudici togati ritenuti “responsabili” di pretese ingiustizie; una collega è attualmente sottoposta a misura di protezione per l’evidente esposizione a rischio e altro collega ha subito pesanti minacce da un padre che ha fatto chiaro riferimento all’articolo in questione.

    Sappiamo che una bugia ripetuta più volte, a maggior ragione se propalata su carta stampata o media a grande diffusione, rischia di essere percepita come verità, distruggendo con poche frasi il lungo e faticoso lavoro dei servizi sociali, una preziosa ricerca di collaborazione, i percorsi di sostegno alla genitorialità, la credibilità della magistratura. Come ha scritto la GO Elena Buccoliero in una sua recente mail “il discredito che viene gettato, sui TM come sui servizi, sulle comunità ecc., riduce pesantemente la possibilità di costruire rapporti di fiducia indispensabili per intervenire sulle relazioni”.

    Dunque, al di là delle possibili e forse necessarie azioni legali, ciò che comunque resta indispensabile è non deflettere dal nostro impegno per la tutela dei diritti dei minori -in conformità ai principi costituzionali, alle convenzioni internazionali e alle norme di legge- e per la salvaguardia della credibilità delle istituzioni deputate a tale scopo, costruendo una forte reazione culturale condivisa che sappia smascherare le falsità, comunicare all’esterno le difficoltà del nostro lavoro ma anche le soddisfazioni per i risultati positivi.

    Nelle realtà come la nostra questa “rivincita culturale” si fonda in gran parte sul rispetto delle norme deontologiche per la cui violazione non sono previste sanzioni formali, ma, come è stato detto, dovrebbe operare una sanzione informale, ma non meno significativa: “la disapprovazione dell’ambiente professionale di appartenenza”.

    Presiedo questo Tribunale dal 16 settembre 2013, è per me un grande onore, percepisco un carico di responsabilità enorme, avverto il dovere di difendere il mio tribunale, i miei giudici onorari e togati, tutti i miei collaboratori. Stiamo facendo di tutto per migliorare il servizio che intendiamo offrire all’utenza. Ho il potere/dovere di vigilanza sull’operato del mio ufficio e, chi mi conosce, sa bene che non esiterò ad accertare e denunziare eventuali “errori” commessi qualora mi venissero ufficialmente trasmesse serie e fondate segnalazioni, ma ho anche l’obbligo morale, oltre che istituzionale, di difendere la “Giurisdizione” e la Giustizia minorile cui appartengo.

    Chiudo con un pensiero di un grande Maestro (Piero Calamandrei, in Elogio di un giudice scritto da un avvocato) che già nel 1935 ricordava: “Al giudice occorre più coraggio ad essere giusto apparendo ingiusto, che ad essere ingiusto apparendo giusto”.

    Bologna, 28 novembre 2013

    * Presidente del Tribunale per i minorenni dell’Emilia Romagna

     

     

     

  • Lo sportello contro la violenza di genere ed assistita dai minori (2.3.14)

    Titolo articolo: Lo sportello contro la violenza di genere ed assistita dai minori

    Autore: Carla Marina Lendaro

    Data pubblicazione: 2 marzo 2014

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